Sapete quale è un fattore determinante nella possibilità per un atleta di incappare in un infortunio?
L’essersi infortunato in precedenza.
E sapete quale è la paura più grande per un atleta?
Quella di incappare nello stesso infortunio.
Le foto in questione risalgono a qualche anno fa.


Gaga (Gaëlle Thalmann) è il portiere della nazionale Svizzera di calcio femminile e in seguito alla rottura traumatica del legamento crociato anteriore viene sottoposta ad intervento di ricostruzione in Germania.
Inizia la Riabilitazione, ma qualcosa non va, e ai primi di gennaio decide di arrivare a Sassari per iniziare la sua corsa per il mondiale di calcio femminile in Canada (esordio contro il Giappone Campione del mondo in carica l’8 giugno).
Lasciamo stare tutti i vari “non c’è la possibilità che tu riesca ad essere in campo per il mondiale!” che si è sentita dire, ma concentriamoci su cosa ha fatto.
Ha fatto tanto e ha fatto bene, senza ricorrere a nessun macchinario di isolamento muscolare, ma ragionando su una ricostruzione di una gamma di movimenti complessi dell’essere umano e, nelle fasi successive del percorso, specifici del portiere.
L’esordio avviene davanti a 55000 spettatori. Avversario, come detto prima, il Giappone campione del mondo.
Ma, come nei peggiori incubi di un’atleta, alla prima azione si ripropone la stessa dinamica dell’infortunio: scontro aereo con una avversaria (vedi foto).


Questa volta però la storia cambia
Lo scontro avviene ma Gaga, che ha provato lo scontro aereo e il successivo atterraggio centinaia di volte in allenamento, supera incolume l’episodio.
Purtroppo per la ragazza giapponese, Kozue Ando, questa volta lo scontro fa si che sia lei a dover abbandonare il campo di gioco, ma comunque niente di grave, una distorsione di caviglia.
Morale (sempre che ci sia)
Certi infortuni non si possono prevenire, ma certe dinamiche di situazioni di gioco possono essere analizzate, riprodotte e allenate. Avere la possibilità/capacità di innescare certe attivazioni muscolari con una frazione di secondo di anticipo, potrebbe ridurre l’esposizione all’infortunio. Le sinergie tra le varie figure dello staff medico/ atletico di una squadra fanno la differenza.