Cervicale e sonno
A volte ti sarà capitato di avere durante la notte un sonno disturbato e al mattino svegliarti con il collo rigido, dolori cervicali e magari anche con il mal di testa, che può persistere anche per tutta la giornata.
Questo tipo di disturbi sono comunemente tipici in quei pazienti che soffrono di disturbi del tratto cervicale. Chissà quante volte hai dato la colpa al cuscino, al materasso o al fatto che dormi in una brutta posizione?
Analizziamo meglio il problema per poter stare meglio ed avere un sonno riposante.
Non importa che tu soffra di rigidità muscolare, ai tendini, alle vertebre, di torcicollo, di vertigini e nausea, di cervicobrachialgia o di mal di testa, sarà importante capire come rilassare la cervicale e far star meglio capo e collo in quanto strutture anatomiche.
Posizione nel dormire
Quando ti svegli con i dolori al collo non puoi dare la colpa alla posizione in cui dormi, il nostro corpo è in grado di distinguere automaticamente le posizioni buone da quelle che vanno evitate.
La causa del sonno disturbato dovuto alla cervicale molto spesso è collegato all’infiammazione dei muscoli o delle strutture anatomiche della cervicale stessa. In questa situazione, qualsiasi posizione può provocare dolore e trovare una posizione confortevole è sempre più difficile. Motivo per il quale durante la notte, ti puoi svegliare più volte a causa del dolore.
Quando i muscoli e le vertebre cervicali sono in buono stato di salute, le posizioni che si assumono durante il sonno non sono un problema e si è in grado di dormire regolarmente. Invece nel caso di patologie, come la cervico-brachialgia, artrosi cervicale o ernia del disco hai bisogno di un fisioterapista qualificato ed esperto nel trattamento dei disturbi cervicali.
Il cuscino cervicale
La cosa fondamentale da sapere è che non c’entra che cuscino usi, ma quanti ne usi e come li usi. Non esiste nemmeno un’altezza ideale, ma generalmente la cosa migliore sarebbe dormire con un cuscino basso e che sostiene leggermente la cervicale.
Il cuscino va posizionato bene sotto testa e il collo fino alla parte bassa della cervicale terminando all’inizio delle spalle, riempiendo così quella “conca” che naturalmente formano le nostre vertebre cervicali: in questo modo il capo e il collo sono sostenuti in una posizione di rilassamento, tutte le strutture sono “protette” e i recettori comunicano ai muscoli che possono “riposarsi” ed evitare di lavorare tutta la notte per reggere la testa.
La scelta di utilizzare o meno il cuscino è da fare insieme al proprio fisioterapista, in base al quadro clinico del paziente.
Il dolore
La motivazione riguarda la presenza o meno di alterazioni o disfunzioni a livello cervicale. Non importa quale sia realmente la tua patologia cervicale, che sia artrosi, osteofitosi od ernia discale, poiché i sintomi che lamenti sono: dolore, rigidità, limitazione articolare e, talvolta, mal di testa. Tutti questi disturbi sono accomunati da deficit di vascolarizzazione delle strutture anatomiche della zona, in parole povere alle strutture sofferenti non arrivano le adeguate quantità di ossigeno e nutrienti e non riescono ad essere eliminate le sostanze di scarto pro-infiammatorie.
Durante il giorno bene o male il corpo si muove e la pompa muscolare fa il suo dovere e parzialmente limita questo deficit, di notte la storia cambia perché i movimenti sono naturalmente molto più limitati, diminuisce ulteriormente l’afflusso di sangue ai muscoli e le articolazioni non riescono a mantenersi lubrificate. In queste condizioni le strutture anatomiche, già di per sé sofferenti, scatenano il dolore e i sintomi cervicali.
È proprio per questo motivo che quando ti svegli ti senti rigido e dolente, e quando ti metti in moto tutto migliora, con tempistiche differenti a seconda della gravità del problema, da pochi minuti a qualche ora.
Rimedi
Un fisioterapista esperto effettua una valutazione per poi creare un percorso terapeutico specifico per ogni paziente.
Un trattamento di fisioterapia mirato per un disturbo cervicale è normalmente diviso in tre parti che possono sovrapporsi a livello temporale in base all’andamento del quadro clinico. La prima fase è quella del controllo del dolore e dell’infiammazione che prevede delle tecniche di terapia manuale o osteopatia insieme all’utilizzo di mezzi fisici come la tecarterapia o la laserterapia.
Nella seconda fase, quella del recupero dell’articolarità e del movimento, si intensificano le tecniche di terapia manuale, si riduce la terapia fisica e si introduce l’esercizio terapeutico per la riabilitazione funzionale.
La terza fase ha come obiettivo la stabilizzazione dei sintomi e il miglioramento delle performance motorie. La fisioterapia serve a portare il paziente ad avere una condizione fisica migliore rispetto a quella precedente alla patologia.
Non basta togliere il dolore, dobbiamo focalizzarci sul mantenimento della salute attraverso il miglioramento della qualità del movimento, nel soggetto sportivo come nelle persone di età più avanzata. Quando il quadro clinico lo permette è necessario inserire delle sessioni di allenamento terapeutico programmate con il fisioterapista.
Fonte: Fisioterapiaitalia